Sicuramente chi convive con un gatto si sarà fatto, almeno una volta nella vita, questa domanda: il mio micio come mi vede? Cosa pensa di me? Come mi percepisce?

Se tende ad essere risaputo che il cane, per propria natura, individua nel padrone il proprio capo branco, per il gatto invece la cosa è meno chiara.

Sicuramente si tratta di due animali molto diversi, pertanto anche il rapporto essere umano-cane ed essere umano-gatto sarà molto differente. Questo non significa migliore o peggiore, ma semplicemente diverso. 

Infatti il gatto si è avvicinato alla vita con l’uomo soltanto tra i 5000 e i 10.000 anni fa circa. Molto più tardi, quindi, rispetto al cane, e con un ruolo molto diverso. 

Mentre il cane è stato da subito addestrato per portare a termine una serie di compiti e convivere nelle immediate vicinanze degli uomini, il rapporto con il gatto è stato inizialmente quello di una collaborazione alla pari. I contadini apprezzavano la presenza dei gatti perché cacciavano gli animali nocivi per il raccolto, e il gatto in cambio riceveva un po’ di cibo, pur mantenendo completamente la piena libertà di azione e di movimento. 

Anche per questo il gatto come animale è rimasto un po’ più “selvatico” rispetto al cane, ma non per questo meno capace di affezionarsi e donare amore. 

Infatti, col tempo, il gatto ha interiorizzato l’essere umano come una presenza sicura, in cui poter riporre la propria fiducia. 

COME I GATTI CONSIDERANO GLI ESSERI UMANI

Per la felicità e soddisfazione di tutti gli amanti dei gatti, grazie a una ricerca condotta dalla fondazione “Anthrozoology Institute” dell’Università di Bristol, possiamo affermare che i gatti considerano e interagiscono con noi essere umani come se fossimo anche noi dei felini. In pratica ci vedono come dei “gatti più grandi”, potremmo dire! 

Questo avviene soprattutto nel contesto domestico, dove il gatto di casa vive tranquillo e sereno perché non ha il problema e l’assillo di procurarsi il cibo in natura, ma sa che gli viene fornito con certezza e regolarità dal proprio umano, che considera quindi come punto di riferimento. Ecco perché non c’è rivalità tra gatti ed esseri umani, ma piuttosto si instaura un rapporto di fiducia basato sulla sicurezza, per l’animale, di trovare in noi sempre un valido sostegno. 

Di solito  il micio che vive in casa tende ad individuare uno dei componenti della famiglia con cui intrattenere un rapporto privilegiato

A conferma di questa tesi ci sono alcuni atteggiamenti tipici con cui i gatti sono soliti interagire con noi esseri umani, che sono esattamente gli stessi che mettono in atto tra loro, e specialmente nei rapporti di maggiore fiducia, amore e rispetto. 

I comportamenti che vi elencheremo qui a breve, infatti, sono tipici dei cuccioli nei confronti della madre, di un gatto giovane nei confronti di uno anziano, oppure della femmina quando cerca le coccole dal maschio:

  • Per salutarsi con affetto, si strusciano alle gambe della persona con la coda rivolta all’insù.
  • Ci guardano socchiudendo gli occhi e comunicandoci così che sono sereni, si fidano ciecamente di noi e allo stesso tempo ci comunicano anche il loro amore.

L’ESSERE UMANO COME MAMMA GATTA ADOTTIVA

Ma la maggior parte dei mici (specialmente quelli che vivono in casa) si spingono anche oltre nel rapporto con il proprio umano, fino a considerarlo come la propria mamma gatta e a comportarsi quindi di conseguenza. 

Quando avviene questo, l’animale sceglie uno dei componenti della famiglia a cui affidare questo ruolo, per rivivere in tutto e per tutto con questa persona, come una seconda infanzia. 

Ecco quali sono i segnali che ci fanno capire di essere stati scelti come “madre adottiva”:

  • Il micio con questo componente della famiglia tende ad essere estremamente più socievole e confidente che con gli altri
  • Quando si rivolge alla “madre adottiva” in cerca di cibo o attenzioni, la voce con cui emette i suoi miagolii si fa più stridente, quasi a simulare quella di un bambino piccolo. 
  • Salta e si accoccola sulle sue gambe per ricevere coccole e affetto
  • Risponde facendo le fusa per ricambiare e per chiedere di essere coccolato ancora
  • Talvolta la sua felicità e immedesimazione è tale che inizia a “fare la pasta” addosso al proprio umano, simulando la stimolazione delle mammelle materne che metteva in pratica quando era cucciolo per far capire che voleva il latte.

Contrariamente a quello che si pensa quindi, e nonostante la diversa storia di avvicinamento con l’uomo, anche il gatto è in grado di instaurare  con l’essere umano un rapporto molto stretto, unico, che sa lasciare il segno nella vita degli esseri umani che decidono di adottare un micio nella propria famiglia.