Se vi hanno raccontato che è impossibile educare un gatto, vi hanno detto una bugia!

Anche se sicuramente può essere un po’ più impegnativo rispetto a educare un cane e richiede impegno, pazienza e costanza, ma non è così difficile come possa sembrare e di certo non impossibile.

Inoltre, la convivenza con un gatto ben educato è sicuramente più semplice e ne facilita anche la gestione e la cura

COME EDUCARE IL PROPRIO GATTO: CONSIGLI GENERALI

Partiamo dal presupposto che un gatto non è un cane: non è quindi un animale da branco, ma per sua natura è molto indipendente. Questo fa sì che non riconosca la persona con cui vive come il proprio capobranco, ma come un “coinquilino alla pari”. Viene da sé che il gatto non è naturalmente portato ad obbedire ai comandi, ma sicuramente è possibile insegnargli certi comportamenti corretti, seguendo dei semplici accorgimenti:

1 – LASCIARE I GATTINI PIÙ A LUNGO POSSIBILE CON LA MADRE

L’educazione che il micetto riceve in modo naturale da mamma gatta, è fondamentale per la sua crescita e per la sua salute, sia fisica che mentale, una volta adulto. 

Da piccolo infatti il gatto impara cosa mangiare e cosa no, a pulirsi correttamente, ad usare la lettiera (se mamma gatta è anche lei domestica), a dosare la forza dei propri morsi e l’intensità con cui utilizzare gli unghielli giocando con gli altri gattini della cucciolata.

Ecco perché è così importante che il micio possa godere delle cure e dell’educazione di mamma gatta per almeno i primi tre mesi di vita. Se il distacco avviene prima, è fonte di stress per l’animale e, sarà quindi anche più difficile educarlo.

2 – CIBO COME RINFORZO POSITIVO PER EDUCARE IL GATTO

Mettendo in campo le giuste azioni, i gatti amano imparare cose nuove, e ci potranno stupire in questo. 

Il miglior modo per educare un gatto è quello di fornirgli delle ricompense, dei premi, così da rinforzare in modo positivo i comportamenti che vogliamo incentivare

E quale migliore premio di uno snack sano ma gustoso da offrire come ricompensa al nostro micio goloso?

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Non ci sono migliori incentivi che potreste offrire al vostro micione!

Importante: il premio funzionerà ancora di più se il gatto in quel momento non ha consumato da poco tempo il suo pasto giornaliero, e non è sazio. Un po’ di fame sarà lo stimolo per apprezzare ancora di più il gustoso premio proposto. 

3 – EDUCARE IL GATTO ATTRAVERSO IL GIOCO

Il gatto, proprio come i bambini, è più portato ad apprendere se l’insegnamento avviene attraverso il gioco.

Inoltre il giocare insieme con il nostro micio, o procurargli dei giacottoli accattivanti, sono altri modi per premiarlo, oltre a quello del cibo. 

Quando educhiamo il gatto attraverso giochi, facciamo attenzione a non rimproverarlo quando sbaglia, ma cerchiamo di ignorare i tentativi andati a vuoto. Il micio infatti è un animale molto orgoglioso!

4 – MANTENERE ALTA L’ATTENZIONE DEL GATTO

Il gatto è un animale molto intelligente, e apprende quindi velocemente. Tuttavia, specie se cucciolo, è portato anche a distrarsi molto rapidamente… 

Per questo si consiglia di:

  • Praticare sedute molto brevi, ma costanti e cadenzate nel tempo. Ad esempio sedute di 2-3 minuti tutti i giorni (o più volte il giorno) sono l’approccio ideale. 
  • Scegliere un luogo adatto all’addestramento: un posto familiare, tranquillo, silenzioso e privo di rumori e altre forme di disturbo o distrazione.
  • Finire sempre ogni seduta con un premio, in modo che all’animale resti un ricordo positivo dell’esercizio, e la voglia di ripeterlo le volte successive. 

In ogni caso quando vediamo che il gatto non ha voglia, mai forzarlo. Sarebbe del tutto inutile. È importante far decidere a lui quando è il momento di smettere.

5 – REAGIRE SUBITO SE IL GATTO FA QUALCOSA DI SBAGLIATO

I gatti, come i cani, non riescono ad associare le nostre reazioni a una loro azione avvenuta precedentemente. Bastano anche solo 5-10 minuti, affinché l’associazione non riesca. 

L’unico modo per riprendere il micio in modo efficace è quello di “coglierlo in flagrante”. Solo allora potremmo dirgli un bel “NO” deciso e fermo, e portarlo via dalla marachella che stava compiendo. Senza urlargli né sgridarlo: non è necessario ed è solo controproducente.

Solo così il gatto potrà associare l’azione alla nostra reazione per catalogarla come “sbagliata” e non ripeterla più in futuro. 

Seguendo questi semplici accorgimenti sarà più semplice e bello educare il nostro micio, e proveremo una grande soddisfazione quando avrà appreso i giusti comportamenti che gli abbiamo insegnato.